La visita pastorale del Vescovo Vincenzo Marino nella Diocesi di Alba

10,00 

di Baldassarre Molino

formato: mm. 170×240
pagine: 226

Descrizione

Le visite pastorali dei vescovi costituiscono e hanno costituito un importante atto di governo non solo dal punto di vista amministrativo, ma soprattutto pastorale. Il Concilio Vaticano Il insegna che “i Vescovi, posti dallo Spirito Santo, succedono agli Apostoli come pastori delle anime e, insieme con il Sommo Pontefice e sotto la sua autorità, hanno la missione di perpetuare l’opera di Cristo, Pastore eterno, partecipi della sollecitudine per tutte le chiese, esercitano l’ufficio episcopale, ricevuto per mezzo della loro ordinazione episcopale, in tutto ciò che riguarda il magistero e il governo pastorale nelle porzioni del gregge del Signore, che sono state loro assegnate”. Uno dei modi concreti attraverso i quali i Vescovi adempiono questo ufficio di “continuare l’opera di Cristo esercitando il magistero e il governo pastorale” è proprio la visita pastorale alle comunità e istituzioni ecclesiali che fanno parte della porzione di “gregge del Signore” a loro affidato, la quale diventa “autentico tempo di grazia e momento speciale, anzi unico, in ordine all’incontro e al dialogo del Vescovo con i fedeli”. “La visita pastorale è una delle forme con le quali il Vescovo mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio per conoscerli, esortarli alla fede e alla vita cristiana, per vedere con i propri occhi, nella loro concreta efficienza, le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale” (Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, “Apostolorum successores”, n. 166). La visita pastorale non è un’ispezione, un fatto burocratico o un insieme di celebrazioni. In essa il Vescovo esercita il suo ministero; visita il popolo che gli è affidato per incoraggiare, sostenere, richiamare, offrire nella sua persona l’immagine e la presenza di Gesù, vero pastore delle anime. Di conseguenza la visita pastorale ha una duplice finalità: permettere al Vescovo di informarsi direttamente delle situazioni e delle circostanze concrete della diocesi e sostenere e di incoraggiare tutti i fedeli a compiere i propri doveri cristiani impegnandosi nel lavoro ecclesiale secondo la propria vocazione e condizione di vita. Nel tempo queste finalità si sono espresse in modo vario a seconda delle sensibilità e della cultura. La trascrizione del documento della visita del vescovo Vincenzo Marino ci offre uno spaccato non solo amministrativo, ma di vita della Diocesi (come popolo di Dio). Questa prospettiva può essere una chiave di lettura molto significativa seppure singolare del testo trascritto, non soltanto per gli studiosi, ma nella prospettiva di una visione della Diocesi di Alba nel tempo.La comunità cristiana, che da sempre ha fatto capo ad essa, ritrova, grazie ai recenti studi e scavi archeologici, una sua fisionomia e identità per molti versi ancora da scoprire e precisare. Una certezza: la nostra comunità è fortemente radicata sul territorio e ancorata nella tradizione apostolica in una continuità forte. Affondare le mani e percorrere le strade della ricerca e della conoscenza ci offre importanti prospettive per recuperare una identità non solo territoriale e una consapevolezza di un tesoro da custodire: una traditio e redditio che risalgono alle origini del cristianesimo sul territorio, strenuamente difesa e promossa.